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Mohamed Bzeek

Uscito sul Quotidiano del Sud - Edizione di Salerno il 7-10-2020
Pagina "Colloquiando"

 
L
o ammirano in tanti, ed io desidero narrare la sua storia perché bella e incoraggiante, in un panorama sociale troppo spesso arido ed egoista. Non ultimo, perché ne è protagonista un uomo, laddove invece è sempre l’amore materno ad essere magnificato.
Quest’uomo dalla folta barba scura, che chiamano Papà Coraggio, oggi ha 65 anni. Di origini libiche, vive nella contea di Los Angeles, nella città di Azusa. Da molto tempo (precisamente dagli anni ottanta, quando si trasferì in USA per studiare e conobbe sua moglie Dawn), si occupa di bimbi gravemente malati, a volte terminali, alcuni dei quali abbandonati dai genitori per via delle loro tristi condizioni. Prendersi cura di loro è oneroso sotto molti punti di vista, eppure nella sua vita lui ne ha assistiti tanti, circa ottanta, e lo ha fatto sino alla fine, perché Mohamed si è specializzato in tale tipo di cure ed ora tiene anche corsi per le coppie che vogliano intraprendere questo difficile cammino. Ci vogliono competenze, amore, pazienza, forza, dedizione. Ma soprattutto, tanto coraggio: dieci di questi bimbi da lui presi in affido, sono morti, ed ogni volta, Papà Coraggio si è fatto carico di questo grande dolore.
Quando iniziò il suo percorso, Mohamed aveva accanto a sé sua moglie, scomparsa poi nel 2014. Dawn lavorava in un orfanotrofio, e fu proprio lei ad inculcargli l’amore per i più deboli. Ebbero anche un figlio loro, Adam, affetto da nanismo ed osteogenesi imperfetta (malattia delle ossa fragili), che oggi è un giovane uomo che cerca di vivere una vita normale, nonostante la sua condizione. Ha bisogno di una carrozzina per spostarsi, in particolare recarsi all’università dove studia informatica, ma è molto determinato ad essere autonomo. La tristezza di avere un figlio anche lui malato, non ha certo demotivato Mohamed, anzi, per lui rappresenta ancora di più una spinta ad interessarsi ai problemi sociali.
La prima bimba presa in affido insieme a Dawn, era affetta da una grave forma di spina bifida. Da allora, Mohamed non si è più fermato. Ha fatto della solidarietà e l’aiuto a questi piccoli sfortunati, la sua missione nella vita. Attualmente assiste Samantha, una bimba di sei anni cieca, sorda, tetraplegica. E’ con lui da quando aveva due anni, e già allora i medici la consideravano senza speranze. Grazie alle amorevoli cure di Mohamed, sono passati 4 anni.
Si prende cura di lei in tutto e per tutto e specialmente l’accarezza, la culla e la bacia, per farla sentire amata.
Secondo Bzeek ogni bimbo ha il diritto di sentirsi amato, tanto più se malato, e lui si muove in quest’ottica di ‘contatto fisico’. Intervistato, afferma: ‘ Niente cure particolari, né costose terapie. Esserci, questo. E far vivere la malattia accolti, in seno all’amore. Io li tratto come se fossero tutti figli miei’.
Il suo esempio traccia una possibile strada per chi vuole adottare un figlio e farlo come scelta d’amore. Sicuramente sono pochissime le coppie in grado di dedicarsi a bimbi così malati, ma non si possono usare l’adozione o l’affido come scelta di comodo per formare una famiglia perfetta come la si vuole. La strada dell’amore può passare attraverso sentieri irti di difficoltà ma ugualmente appaganti, bisogna solo prepararsi ad amare, in modo gratuito e incondizionato. Ed è appunto quello che col suo esempio ci insegna Mohamed Bzeek, Papà Coraggio.

Norma D'Alessio