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Poirot

Uscito sul Quotidiano del Sud - Edizione di Salerno il 23-07-2020
Pagina culturale

 
U n animale domestico di solito viene abbandonato per vari motivi, tipo cambio di domicilio, difficoltà economiche (avere un cane può essere molto costoso, specialmente se si ammala e deve essere operato), subentro di allergie, paura di zoonosi (soprattutto se in casa c’è una donna gravida), incompatibilità con l’animale, malattia o decesso del padrone.
Elencati così, sembrano tutti motivi non privi di consistenza. Spulciando nell’elenco statistico, si legge anche: cucciolate indesiderate, fine della stagione della caccia, vacanze, perdita di interesse nei confronti dell’animale, nascita imminente di un bambino.
Chiunque ami gli animali ed abbia buon senso etico, qui storce il muso. Cucciolate indesiderate? Si possono evitare! Fine epoca caccia, vacanze, perdita di interesse, bimbo in arrivo? No comment.
Anzi no, no comment. Da pediatra mi sento di ribadire l’importanza per un bimbo di crescere con un animale. Crescere ‘cautamente’ con un animale, ovvio. Grazie al contatto con lui il bimbo può più facilmente scaricare ansie, ad esempio quelle per la nascita di un fratellino, e aumentare il suo senso di responsabilità se viene coinvolto nella sua cura. Addirittura la presenza dell’animale può facilitare nel piccolo la produzione di endorfine, che gli migliorano l’umore, lo calmano e lo aiutano a recuperare nei confronti di una situazione di malattia o solitudine.
D’altro canto da tempo è realtà la Pet terapy, la terapia dell’animale d’affezione: bambini, anziani e disabili, il contatto con l’animale domestico fa bene a tutti. Acclarato ciò, parliamo invece del calvario di questi poveri animali quando vengono abbandonati, gli stessi che sono soliti portarci gioia e divertimento.
Abbandonarli è come ucciderli. Solo in piccola percentuale avranno la gioia di venire adottati e rientrare in famiglia (a volte soffrendo comunque per gli esiti da abbandono). I più vivranno da randagi e si ammaleranno anzitempo e moriranno, oppure finiranno in canile o verranno soppressi.
Riguardo alle pratiche per la soppressione, ogni paese del mondo ha le sue macabre prassi, su cui preferisco sorvolare.

Il nostro Poirot è un beagle tricolore di circa sei anni, a detta del veterinario. Vive con noi dal mese di gennaio, quando ci fu consegnato in una gelida sera e non avemmo il coraggio di rifiutarlo. Questo bel cagnetto con un orecchio tutto smerlato da cui mancano alcuni pezzi persi in chissà quale campo di battaglia, infatti sembra una cotoletta mozzicata e per scherzo a volte lo chiamiamo Cutuletta, da circa un mese veniva avvistato in punti diversi della città e gli amanti dei cani si interrogavano circa la sua provenienza. Credo però che non si lasciasse avvicinare. Ma quella sera due donne molto determinate, forse canare, avendo già in mente l’abbinamento del cane con la sua nuova famiglia, riuscirono a mettergli un guinzaglio e portarlo da noi. Certa di non uscire fuori tema, desidero spiegare chi è un canaro: “Un canaro del cane conosce le sofferenze e le gioie, gli errori e i virtuosismi, sviluppando con lui e per lui sintonie segrete soprattutto quando la coincidenza porta ad una convergente ‘visione del mondo’”. Se ne deduce che non tutti i padroni dei cani sono canari. Ci vuole una forte predisposizione e frequentazione per arrivare ad essere il ‘corrispettivo umano ‘ di un cane!
Comunque chi ha visto il bellissimo film di Matteo Garrone ‘Dog man’, avrà sicuramente identificato nel protagonista Marcello, toelettatore di cani, un canaro. Andiamo avanti.
Entrato in casa tremante, Poirot si infilò subito sotto l’ombrello protettivo delle nostre carezze e non ne è uscito più. E’ un affamato di allisciamenti, non se ne stanca mai. E’ intelligentissimo, comprende ogni cosa. Abbiamo dovuto dargli un nuovo nome, non conoscendo il suo, e scelto quello del famoso detective uscito dalla penna di Agatha Christie. Dopo un po’ lui lo ha accettato e per tutti è Poirot, cane esperto nel rompere un sacchetto della spazzatura, fare i suoi prelievi col muso infilato dentro, e poi spargere tutto per aria, si vede che è stata quella la sua tecnica di sopravvivenza; maestro nel seguire ciò che accade in casa, insomma un cane buono, ma di gran temperamento. Il suo trauma credo si estrinsechi in uno scarso controllo dell’ansia che a volte gli prende di fronte a cose nuove o forse eventi che gli ricordano il passato. Se sgridato anche un pochino trema e si rimpicciolisce sul pavimento, dunque non lo sgridiamo quasi mai ed è molto viziato. In auto persino durante i viaggi più lunghi non dorme, è teso e passa da un lato all’altro del sedile per ispezionare non si sa cosa, o si incolla al finestrino. Sa anche pigiare con la zampa il pulsante per abbassarlo e se ha caldo lo fa, incredibile ma vero. Comunque ci siamo fatta l’idea che è stato mollato da un’auto, si, forse è andata così.
In sostanza Poirot è una rarità e noi ne siamo fieri. Lo abbiamo amato da subito, ed anche la sua sorellina Hope, una labrador di due anni e mezzo, lo ama e con lui si diverte un sacco a correre, giocare, fare il trenino, mimare fantomatici rapporti sessuali che non si concluderanno mai, Hope è sterilizzata. Ah, naturalmente Poirot ruba il cibo e noi facciamo attenzione a non lasciarne in giro. Ogni tanto si affaccia alla tavola apparecchiata e con la zampa tenta un gesto da croupier che un paio di volte gli è riuscito, ma gli riuscirebbe sempre se non sorvegliassimo. Apre porte e balconi come Arsenio Lupin e noi lo amiamo, perché è un dono, si, lo amiamo. Credo però che trovandoci al cospetto di chi lo ha abbandonato, sarebbero… casi amari!
Non abbandonate il vostro cane. Un cane è per sempre, anche il gatto.

Norma D'Alessio