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Quentin Tarantino

Uscito sul Quotidiano del Sud - Edizione di Salerno il 14 agosto 2021
Cultura e società

 
M i sono a lungo interrogata, dopo aver letto l’intervista al grande regista Quentin Tarantino, sulla liceità etica, morale, filiale, relativa alla sua decisione di non dare nemmeno un dollaro a sua madre, nonostante lei sia povera e lui un uomo ricchissimo.
L’intervista gli è stata fatta dal giornalista Brian Koppelman e pubblicata nel podcast The Moment.
Sua madre Connie, abbandonata dal marito quando era ancora incinta, lo partorisce all’età di soli sedici anni. Siamo nel Tennessee. Il padre Tony Tarantino è un musicista-attore statunitense di origini italiane (i genitori originari di Portici e Castellammare di Stabia, dunque campani).
Quentin non vedrà suo padre per vent’anni. Ma per lui bambino e poi ragazzo, questo non rappresenta un dolore. Basta che scriva. Ne ha profonda passione sin da piccolo. A dodici anni già costruisce sceneggiature. Gli sono indispensabili per animare i personaggi che ha nella mente e nel cuore, per animare… la vita.
Di contro non va bene a scuola, se ne disinteressa, e gli insegnanti lo rimproverano. Anche la madre gli fa una filippica al giorno.
Non solo non ha intercettato il suo talento, ma gli ripete che così non avrà un futuro. Quentin si sente totalmente incompreso, depresso, amareggiato perché lei si prende gioco delle sue ambizioni. Così medita vendetta. Sin da giovane giura che quando diventerà famoso, non le darà nemmeno un centesimo, e non abbandona di certo il suo proposito lungo la strada. La decisione presa da ragazzo, durerà tutta la vita.
Attualmente Quentin è un regista famosissimo. Consacrato, dopo Le Iene e Pulp Fiction, genio indiscusso nell’olimpo della cinematografia mondiale contemporanea. Gli danno venti milioni di dollari anticipatamente se solo accetta di scrivere una sceneggiatura. Arriva poi a guadagnarne anche il doppio. Però soldi per la madre, anche se è in difficoltà, non ne sgancia.
Una sola eccezione, una volta che lei ha avuto seri problemi col fisco, poi stop.
La storia era saputa, ma è saltata di nuovo alla ribalta dopo questa intervista. Quando il giornalista gli ha chiesto perché non fosse riuscito a perdonare sua madre, ha così risposto:
‘Ci sono delle conseguenze profonde per le parole che usi parlando ai tuoi figli. Ricordate. Ci sono molte conseguenze per il tono sarcastico che usate rispetto a cose che per loro sono importanti.’
‘Nella mia cameretta giocavo coi miei pupazzi e li animavo. Se usavo parolacce, mia madre si arrabbiava ed ogni volta dovevo stare lì a spiegare che non ero io a dirle, ma il personaggio…’
‘Il mio patrigno invece quando avevo sei anni mi portò a vedere Bamby. Per la commozione, piansi per ore…’
Così il registra, uomo senza peli sulla lingua, ha spiegato perché non ha mai voluto fare un passo indietro riguardo a questi torti subiti dalla madre, per via delle ferite che lei gli ha inferto all’epoca della sua giovinezza.
Ha sempre avuto invece un buon rapporto col secondo marito di lei, che gli ha fatto da padre quando era ragazzo. Avendo intuito il suo talento, lui lo incoraggiava a scrivere testi per il cinema e ad andare spesso nelle sale, a vedere anche film non adatti ai piccoli. Così a 15 anni Quentin lascia la scuola per lavorare come usciere in un cinema porno di Torrance, il Pussycat.
Deve respirare l’aria del cinema, a qualunque costo.
Con il suo talento e la sua ostinazione, approderà a una cinematografia innovativa e visionaria, che spalanca le porte a una nuova tipologia di cinema. Il suo film di debutto, Le iene, ha grande successo, ma lo consacra nell’olimpo dei grandi il film Pulp Fiction, con John Travolta, Bruce Willis, Samuel Jackson. Uma Thurman.
Palma d’oro a Cannes con ben sette nomination e premio per la miglior sceneggiatura originale. Nel 2013 ancora una statuetta ai premi oscar con Django Unchained. E poi Kill Bill, Bastardi senza gloria, C’era una volta a… Hollywood, eccezionali pellicole dove sembrano esplodere le sue radici italiane, lasciatemelo dire. Il nonno paterno era pescatore a Castellammare di Stabia.
Certe sue note di ‘surrealismo iperreale’ mi danno la suggestione di provenire proprio da qui. Ma Quentin non ha mai esaltato le sue radici italiane, visti i suoi pessimi rapporti col padre Tony, anche lui persona sui generis: ballerino, arciere, pilota di aerei, cintura nera di Karate, addestratore di cavalli, musicista, compositore, attore, sceneggiatore, regista, produttore. Insomma, un uomo estremamente versatile. Dopo Quentin, ha avuto altri tre figli.

Riagganciandomi all’interrogativo iniziale: daremmo soldi a una madre che durante la nostra infanzia e adolescenza ha fatto di tutto per uccidere i nostri sogni? La mia risposta è ovviamente sì, se si è fatto un percorso per ‘liquidare’ amarezze e conflitti. Altrimenti…non so.
Norma D’Alessio